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Aiutarci concretamente: fare stallo per l'ASRI.

Cosa vuol dire fare stallo per l'ASRI?

 

Quando un cane non può più stare nella situazione in cui è stato trovato perché troppo dura o pericolosa, quando ha bisogno di ospitalità per qualche giorno tra una staffetta e l'altra e in generale in tutte le situazioni di emergenza in cui un cane ha seria necessità di essere ospitato, entrano in gioco gli stalli.

Uno stallo può durare un giorno, una settimana, un mese, oppure prolungarsi per un tempo indefinito, fino al momento dell'adozione definitiva del cane, o finché non trova un altro stallo.

 

Cosa fa l’ASRI:

 

- copre le spese veterinarie durante tutto lo stallo

- promuove il più possibile il cane in stallo, sia attraverso gli annunci in rete che durante le iniziative a

  cui l'ASRI partecipa (fiere, banchetti ecc.)

- si occupa delle pratiche burocratiche 

- segue il percorso di adozione, quando possibile, in collaborazione con chi tiene il cane in stallo,

   avvalendosi della consulenza preziosa di chi con il cane vive tutti i giorni.

- In caso di Doppi Merle: come sempre dà la possibilità al Responsabile e al cane di partecipare al corso

  Semplicemente Sordo.

 

Cosa fa il Responsabile:

 

Per il periodo dello stallo, garantisce al cane un posto nella sua famiglia, con tutto quello che questo comporta. Una ciotola sempre piena, attività, passeggiate, tante coccole ecc.

 

Se volete fare uno stallo per l'ASRI scaricate il modulo pre stallo ed inviatelo alla mail ciaoasri@gmail.com! Vi chiediamo di compilare il modulo per lo stallo in modo da conoscervi meglio e potervi affidare uno dei nostri Rescue!

COMPILA IL MODULO PRE STALLO!

...e ora la parola ai nostri stallanti...

Addio Bernie, buona vita: quello  dello stallante, un ruolo arduo e prezioso.

Chi scrive è una mamma...una mamma di una bambina di 8 anni e di tre magnifici pelosi, tre  Aussies, neanche a dirlo.
Chi scrive è una donna... una donna che nel "tempo libero", circa 10 ore al giorno, fa un lavoro a detta di tutti infernale: cura il cancro nei bambini.
Chi scrive è da poco anche una stallante, termine orribile coniato non so da chi, ma che definisce colei  che ospita per il tempo che serve, accudendolo in tutto e per tutto e, aggiungo io, amandolo incondizionatamente, un cane abbandonato.
Non so come mi sia ritrovata improvvisamente a fare anche questo terzo lavoro. Forse da sempre ho l'istinto di crocerossina, che mi ha portato a fare il medico e non un medico qualunque, ma il pediatra, quello cioè che si occupa dei più deboli... E non il pediatra di famiglia, ma il pediatra strong, quello che per guarire i bambini non può ricorrere allo sciroppo alla fragola, ma deve sottoporli al trapianto di midollo osseo.

Lo scopo della mia vita insomma è sempre stato quello di salvare qualcuno ed è forse per questo che in età matura mi sono avvicinata al Rescue. Avrei potuto fare volontariato in canile, in quel poco tempo della giornata che riesco a rimediare dormendo solo 5 ore per notte e forse sarebbe stato più ammirevole.  Invece no, purtroppo ho un grosso difetto, quello di essere letteralmente ammaliata da una " razza", una parola che per gli animalisti suona come una bestemmia, quella degli Australian Shepherd. 

Ci tengo a dire che non sono un'animalista, nella vera accezione del termine. Adoro i cani e amo molto gli animali in generale, ma a dire il vero non proprio tutti.  C'è anche qualche animale che mi fa inorridire, il serpente per esempio, ma sono certa che se mi mettessero un pitone reale in casa per un po’ di tempo, di lì a poco preparerei in salotto una cuccia anche per lui.
Sì perchè il mio salotto, arredato con tanta cura, è ormai l'ostello dei cani. Durante il giorno è ineccepibile, pulito e ordinato, ma appena inizia a far buio compaiono ceste, brandine, cuscini e copertine dove i pelosi si coricano per affrontare la notte. La mattina dopo puoi trovarci anche qualche sorpresa, una pipì sul parquet, una cacca sotto l'albero di Natale, le gambe delle Frau rosicchiate e se ti va male anche il fornetto della cucina con gli avanzi, magistralmente aperto e saccheggiato.

Ho amato questi cani dal primo momento che ne ho conosciuto uno ed è stato grazie alla mia migliore amica che ho avuta la mia prima Aussie, supergriffata, figlia di campioni di bellezza, arrivata con un fiocco rosso al collo nel lontano Natale del 2006. Per anni è stata lei il capofamiglia.

Poi abbiamo deciso di raddoppiare e, ignari che ci potessero essere in giro Aussies abbandonati, ci  siamo rivolti a Marula Furlan, una delle più grandi esperte di Australian Shepherd, senza sentirci in colpa, perchè  alla fine amare un cane di razza non è un reato... Ma lei, come si conviene ad una vera professionista, ha capito subito che la nostra passione per gli Aussies andava al di là degli standard da esposizione e ci ha fatto conoscere ASRI. E da lì è arrivato prima Zorro, uno zoticone cresciuto a catena, che adesso è un vero principe dagli occhi cerulei, e poi Celeste, una cucciola con un lato A da Blue Merle e un lato B da Pattern White,  ma con una carica esplosiva che lo Tsunami al confronto è una brezzettina di mare. 

E infine è arrivato lo stallo di Bernie, un cucciolo mix, che di Australian ha solo la mamma e una strisciolina bianca lieve lieve che dal tartufo sale verso gli occhi.
Da subito mi sono detta: - 4 cani sono troppi; troviamo quanto prima un adottante per lui!-

Ma ogni giorno che passava, che lo vedevo parte del branco, che cercava di salirmi in braccio, che scorrazzava felice in giardino pensavo …- In fondo abbiamo 5000 metri di terra recintata, una casa spaziosa in campagna, che differenza fa un cane in più? Possiamo adottare anche lui...-
Troppo spesso dimenticavo il ruolo difficile e faticoso di "stallante", che implica una grande capacità di rinuncia e abnegazione, che evidentemente io non ho.

Mia figlia mi ha dato una lezione di vita... Lei che ama i cani, tutti indistintamente, che da piccolissima ha sbalordito il proprietario di un cane chiedendogli se quello che teneva a guinzaglio era un Akita Inu, che ha chiesto un “Leonbergher” a Babbo Natale e un “Vaimaraner” alla Befana, ha capito perfettamente lo spirito del Rescue e cosa vuol dire stallare un cane.
Quando parla con Bernie, a differenza di quanto fa con gli altri cani, non dice vieni dalla mamma, dice vieni dalla zia!
Io no invece, io non mi rassegno... Sono troppo presuntuosa per pensare che lui possa stare bene anche con un'altra famiglia. Penso che nessuno sia in grado di amarlo quanto noi. Ma so che sbaglio... Attraverso il Rescue ho conosciuto indirettamente tante persone, più di quante se ne possa immaginare, che amano i cani  e li considerano parte integrante della famiglia, che insomma sono tali e quali a noi...
Bernie andrà con qualcuno di loro e sarà al sicuro per sempre.

Con i lucciconi agli occhi preparo le sue cose, la pettorina, il guinzaglio, il libretto sanitario, il suo peluche... Mi metto gli occhiali scuri, io che odio gli occhiali da sole e saliamo in macchina. Ci siamo, è arrivato il momento di salutarci. Addio Bernie, buona vita, ti auguriamo tutto il bene del mondo!
Il distacco è uno strazio. Non credevo si potesse soffrire così tanto. Anche mia figlia crolla, piange e si dispera. Io mi tormento all'idea di aver contribuito alla sua sofferenza e dico a me stessa che mai più e mai poi mi farò coinvolgere in un'operazione del genere. Immediatamente capisco quanto sia più duro il ruolo di stallante rispetto a quello di adottante, io che li ho vissuti tutti e due. Sì perchè lo stallante lavora dietro le quinte, accudisce il peloso e lo accompagna nella nuova famiglia; uno stallante con  la S maiuscola, non lo fa a costo zero, perchè ha un cuore e ogni volta ne perde un pezzetto… perché quando consegna il suo pupillo nelle mani di un emerito sconosciuto come un pacchetto postale non può fare a meno di fare questa considerazione: - Che cosa penserà di noi, lui così affettuoso e fedele, che non conosce il tradimento?-

Forse penserà la cosa giusta…  e sono proprio i suoi adottanti a suggerirmela con parole di straordinaria dolcezza…che siamo stati angeli sul suo tragitto. 

Poi come sempre accade il dolore lentamente si placa. Rientriamo a casa, i nostri cani ci corrono incontro, mia figlia ora è serena e mi dice: - Mamma puoi chiamare ASRI per sentire se ci danno un altro cane da "installare"?-

Finalmente un sorriso mi distende la faccia. Guardo il salotto. È vero, c'è un angolino libero....

Veronica

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